Dopo avervi raccontato quali sono i miei ristoranti preferiti nella mia Milano, voglio aggiungere un altro posto che è subito entrato nel cuore: si tratta del ristorante coreano Lee’s Negrin. Sono pronta a raccontarmi la mia esperienza ( spoiler: è stata molto positiva) e il mio primo approccio alla cucina coreana.
Lee’s Negrin: autentica cucina coreana a pochi passi dalla Stazione Centrale
Ho scoperto Lee’s Nagrin dopo aver visto una puntata di Cuochi d’Italia (Speciale Cucine del mondo in Italia ndr) e sono subito andata a dare un occhiata al sito: dopo una breve ispezione web, la curiosità è aumentata ancora!
Lee’s Nagrin si propone come un ristorate coreano che porta avanti la vera cucina tradizionale del paese coreano. Il nome del ristorante si può tradurre in italiano come “ciò che mi manca, che io adoro“, un messaggio che trovo davvero bello: un luogo che vi fa sentire così bene, che alla fine vi manca così tanto da farvi tornare!
Il locale si trova in via Gustava Fava 17 , a pochissimi passi dalla stazione centrale. Vi parlerò della mia esperienza con il primo menù tra i due presenti, ovvero il menu pranzo che è sicuramente più conveniente rispetto a quello serale.
Lee’s Nagrin: cosa magiare ( e cosa ho mangiato)
Cominciamo con il dire che io non ho provato il cibo coreano. Le mie uniche nozioni di pietanze coreane vengono da film e da quelli presentati in trasmissione. Dopo aver dato uno sguardo al menù pranzo, che considero ottimo perché con la pietanza avete incluso coperto, acqua e una ciotola di zuppa/riso/contorni del giorno, ero partita con un idea ben precisa ( ovvero provare il bimimbap) ma poi, consigliandomi anche con la mia amica Giulia che mi ha accompagnato in questa avventura, ho deciso di affidarmi ai consigli della cameriera.
Ci ha consigliato il Menu Combo per provare un po’ di pietanze diverse e tipiche, aggiungendo una porzione di ravioli Kmichi. Ci ha inoltre consigliato con quale pietanza iniziale per godersi al meglio i sapori Ora ve ne parlo nel dettaglio, con alcune considerazioni.
Il Menù Combi conteneva innanzitutto il Bulgoghi, stracetti di manzo marinati in salsa bulgoghi e poi grigliati, conditi da alghe tostate, verdure saltate e germogli di soia gialla. E’ il primo piatto che ho mangiato, per non farlo raffreddare e me ne sono innamorata, grazie anche alle alghe saltate che sono diventata istantaneamente la mia nuova droga.
Ovviamente uno dei miei piatti preferiti non è presente in queste foto perché mi sono dimenticata di fotografarlo ( per la fame probabilimente). Si tratta del Japche, ovvero di spaghetti di fecola di patate dolci condite con verdure saltate. Assomigliano come forma ai nostri bucatini e sono un esperienza particolare al palato perché completamente diversi da qualsiasi tipo di spaghetto mangiato prima. Ne avrei mangiati altri tre piatti!
Quelli che assomigliano a cibo giapponese con il riso Venere sono il Lee’s Kimbap, ovvero riso Venere, rapa agrodolce, spinaci, bardana, cetriolo e frittata. Anche loro molto buoni, così come i due ravioli di carne e verdure nello stesso piatto.
I ravioli di Kmichi che contengono verza e verdure fermentate in salamoia, sono stati una bella sorpresa: saporiti e molto buoni, ma davvero piccanti per i miei gusti ( ho provato a placare il bruciore mangiando tra un raviolo e l’altro con il
Yachae-mucim, un insalata di cavolo cappuccio condita con una salsa tipica della casa e ha funzionato!). Per finire sono passata ai contorni del giorno ( che non mi hanno entusiasmato tantissimo se non per le mie amate alghe tostate) e a una delicata zuppa per pulire il palato.
Lee’s Nagrin: Quanto si spende
Dividendo il menù Combi e i ravioli, con l’aggiunta di due extra ( ovvero il calice di vino e il caffè) abbiamo speso 16,50€ a testa. Per i prezzi che ho visto posso dire che a pranzo da Lee’s Negrin si spende tra i 10 e 20€ a testa in base alle pietanze che volete provare. Un prezzo davvero accessibile che lo rende alla portata di tutti.
Lee’s Nagrin: la mia esperienza
La mia prima esperienza con il cibo coreano è stata davvero piacevole: mi sono ritrovata a mangiare piatti dai sapori distinti, ma delicati, e a fine pasto non mi sentivo rotolare come mi capita con altre cucine asiatiche. Lo staff ha saputo consigliarci il miglior percorso e approccio da seguire e inoltre abbiamo potuto vivere una piena esperienza coreana, provando a leggere una frase in coreano sotto le correzioni del proprietario ( se volete ora so dire “Oggi offro io”, ma non so quante volte vorrò ripeterlo). Ci tornerò sicuramente, anche per provare il Bimbap e le altre specialità di carne che mi hanno colpito sul menù.
E voi, avete mai mangiato cibo coreano?
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